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Michele Emmer - Matematica e cultura 2007

Posted By: SSCN1926
Michele Emmer - Matematica e cultura 2007

Michele Emmer - Matematica e cultura 2007
Italian | Springer | 2007 | EPUB | Pages 334 | ISBN: 8847006309 | 17.9 Mb


La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi (io dico l’universo),ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geo-metriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola: senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto.
Così scriveva Galileo Galilei nel Saggiatore (1623). Sappiamo quali problemi ha avuto Galilei ad essere uno scienziato.
Pochi mesi fa, il 10 ottobre 2006, venivano pronunciate queste parole:
Una caratteristica fondamentale delle scienze moderne e delle relative tecnologie è l’impiego sistematico degli strumenti della matematica per poter operare con la natura e mettere al nostro servizio le sue immense energie. La matematica, come tale, è una creazione della nostra intelligenza: la corrispondenza tra le sue strutture e le strutture reali dell’universo – che è il presupposto di tutti i moderni sviluppi scientifici e tecnologici, già espressamente formulato da Galileo Galilei con la celebre affermazione che il libro della natura è scritto in linguaggio matematico – suscita la nostra ammirazione e pone una grande domanda. Implica infatti che l’universo stesso sia strutturato in maniera intelligente, in modo che esista una corrispondenza profonda tra la nostra ragione soggettiva e la ragione oggettivata nella natura. Diventa allora inevitabile chiedersi se non debba esservi un’unica intelligenza originaria, che sia la comune fonte dell’una e dell’altra. Così, proprio la riflessione sullo sviluppo delle scienze ci riporta verso il Logos creatore. Viene capovolta la tendenza a dare il primato all’irrazionale, al caso e alla necessità, a ricondurre ad esso anche la nostra intelligenza e la nostra libertà. Su queste basi diventa anche di nuovo possibile allargare gli spazi della nostra razionalità, riaprirla alle grandi questioni del vero e del bene, coniugare tra loro la teologia, la filosofia e le scienze, nel pieno rispetto dei loro metodi propri e della loro reciproca autonomia, ma anche nella consapevolezza dell’intrinseca unità che le tiene insieme.

Chi scrive è Papa Benedetto XVI in occasione di un discorso a Verona. Al di là di alcuni accenti, che possono essere condivisi o meno, non è un fatto usuale che un Pontefice tenga un grande elogio della matematica, pur vista come chiave che por ta alla comprensione e alla necessità della Divinità.

Morris Kline ha scritto in “La matematica nella cultura occidentale”, il libro che ha ispirato idealmente la serie di incontri a Venezia, citando S.Agostino, che:
Il buon cristiano dovrebbe guardarsi dai matematici e da tutti coloro che fanno vane profezie. C’è il pericolo che i matematici abbiano stretto un patto con il diavolo per oscurare lo spirito e per relegare l’uomo all’inferno.
Sarebbe facile affermare che le opinioni e le condizioni cambiano, la matematica resta, immutabile, sempre viva, e piena di idee.
Quello che è certo è che la matematica è cultura, parte importante della cultura. Non se ne può fare a meno.
Sono dieci anni di “Matematica e cultura” a Venezia!