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Beniamino Biondi - Il cimitero del sole. Il cinema della nouvelle vague in Giappone

Posted By: SSCN1926
Beniamino Biondi - Il cimitero del sole. Il cinema della nouvelle vague in Giappone

Beniamino Biondi - Il cimitero del sole. Il cinema della nouvelle vague in Giappone
Italian | Pungitopo | 2015 | EPUB | Pages 126 | ASIN: B00XTAE11W | 1.55 Mb


Il termine nuberu bāgu appare per la prima volta sulla rivista“Shūkan Yomiuri” – dopo l’uscita del secondo film di Nagisa Ōshima, Racconto crudele della giovinezza (1960) –, maturando l’opinione di un’influenza della nouvelle vague sul lavoro dei giovani cineasti giapponesi, che, invece, hanno sempre rifiutato la genesi di questa definizione respingendola con forza. Più giustamente, invece, col termine nuberu bāgu è possibile fare riferimento allo spirito di rigenerazione culturale del cinema dei primi anni sessanta e all’origine del clima politico della cosiddetta Nuova Sinistra. Le analogie tra i giovani cineasti si assegnano a una fisionomia comune che risalta nella decostruzione degli elementi della tradizione cinematografica – collocati a una nuova forma di rappresentazione – e nel carattere innovativo dei temi svolti e delle tecniche di stile adoperate. Rifiutando i modelli precedenti con uno stile personale e inedito, i registi della nuberu bāgu hanno maturato una «coscienza autoriale soggettiva» (sakkatoshite no shutaisei) dialettizzando uno sguardo critico attraverso nuove forme di espressione, in polemica con gli assunti moderati e rigidi del cinema del passato.
Alla riedizione di un testo di Donald Richie sulla nouvelle vague giapponese, con un capitolo sui precursori del movimento e un brevissimo profilo d’introduzione, seguono alcune sezioni monografiche sugli autori più significativi del Nuovo Cinema degli anni Sessanta (con la riscoperta di un cineasta radicale e controverso come Akio Jissoji), scegliendo però di non affrontare le carriere di Nagisa Ōshima e Shōhei Imamura – in quanto a loro sono già stati dedicati ampi studi in lingua italiana – e ancora di Seijun Suzuki e Kaneto Shindo, figure di primo piano ma sostanzialmente laterali al movimento.